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Miti e leggende Italiane

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Messaggio Da Lilith Mer Lug 24, 2019 1:44 pm

La Leggenda di Castel dell'ovo 


Legato a Virgilio, Castel dell'Ovo nasconde un segreto, piccolo come un uovo. 

La leggenda di Castel dell’Ovo 
Una leggenda molto conosciuta fin dall’epoca antica, risalente addirittura al trecento racconta che, il sommo poeta Virgilio sia vissuto a Napoli per molto tempo e abbia operato molti cambiamenti nella citta’ per migliorarla e renderla ancora piu’ bella e accogliente. 
Della sua arte magica e’ rimasta risonanza in tutto il mondo. 
Fece le cose piu’ strane che ancora oggi hanno riscontro nei muri, nelle grotte, nelle strade. Una delle magie che Virgilio opero’ a Napoli riguarda il Castello dell’Ovo. 
Tuttora spicca nel mare dell’attuale via Caracciolo, offrendo uno scorcio di paesaggio suggestivo e affascinante nella passeggiata quotidiana degli abitanti o agli occhi stupiti dei turisti. 
Questo Castello si chiamava Marino perche’ sorgeva nelle acque 

Nei suoi sotterranei il poeta latino pose un uovo di gallina sistemato in una caraffa di vetro piena d’acqua protetta da una gabbia di ferro. 
Questa fu appesa a una pesante trave di quercia sistemata in una cameretta fatta costruire apposta nella quale penetrava un raggio di luce. 
Da quest’uovo, credeva Virgilio, sarebbe dipesa la sorte di quel castello. 
I napoletani da allora, credono che il Castel dell’Ovo (che cosi’ poi fu chiamato) esistera’ fin tanto che quell’uovo nascosto nelle sue fondamenta non verra’ distrutto.
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Messaggio Da Lilith Mer Lug 24, 2019 1:45 pm

La leggenda del Lago di Carezza



Molti anni fa nel lago di Carezza viveva una ninfa di particolare bellezza che con il suo canto melodioso deliziava tutti i viandanti che salivano al passo di Costalunga. 

Un giorno anche lo stregone di Masaré la sentì cantare e si innamorò della ninfa. Egli usò tutti i suoi poteri per conquistare la fatina del lago senza riuscirvi. 

Così lo stregone chiese aiuto alla strega Langwerda che gli consigliò di travestirsi da venditore di gioelli, di stendere un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar e di recarsi quindi al Lago di Carezza per attirare la ninfa e portarla con sé. 

Così fece: stese il più bell’arcobaleno mai visto sino ad allora tra le due montagne e si recò al lago, ma dimenticò di travestirsi. La ninfa rimase stupita di fronte all’arcobaleno colorato di gemme preziose. Ma ben presto si accorse della presenza del mago e si immerse nuovamente nelle acque del lago. Allora non fu più vista da nessuno. 

Lo stregone, distrutto dalle pene d’amore, strappò l’arcobaleno dal cielo, lo distrusse in mille pezzi e lo gettò nel lago. Questa è la ragione perché ancora oggi il lago di Carezza risplende tutti gli stupendi colori dell’arcobaleno, dall’azzurro al verde, dal rosso all’indaco, dal giallo all’oro. 
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